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Il privilegio di essere donna

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IL PRIVILEGIO/DANNAZIONE DI ESSERE DONNA
di Ninnj D Stefano Busà
Viviamo in un momento storico, in una società, quelli di oggi, che hanno sostituito la morale alle regole di mercato, la discrezione, l'educazione, l'amore, il riserbo, la correttezza, la deontologia, la giustizia, il decoro, la modestia etc a modelli di vita che nulla hanno da invidiare ad una società in pieno declino.
Niente è più vero e dettato da leggi naturali. La specie umana si è disumanizzata, sta inseguendo schemi esistenziali di profondissima metamorfosi, che sono stati per secoli il segnale di una società fondata sulla logica dell'intelligenza e del buon gusto. Il costume, in questi ultimi trent'anni si è andato via via logorando, fino a giungere a livelli di guardia inquietanti, per le derive morali e le contraddizioni che ne conseguono. Una forte accelerazione l'ha data la rivoluzione industriale del secolo scorso, ma via via il tecnicismo e l'imperativo categorico del superuomo nientschiano a cui tutto è concesso, tutto è a portata di mano del suo più esasperante progressismo inurbano. Si è andato ingigantendo il male di vivere, fino al punto da soppiantare la morale e l'etica comuni, fino a far sparire il buon gusto, a demolire logica e costumi, a sacrificare la forma ai contenuti.
La civiltà degli ultimi dieci anni ha proposto modelli malavitosi, di degrado morale e spirituale dei più dissoluti e, di certo, dei più nobilitati dal punto di vista delle aggressioni al "babbeo" di turno...Chi non è furbo (si pensa) è messo fuori gioco, chi non è scaltro, meschino, maleduxato rischia di rimanere indietro, forse messo ai margini e deriso in una società dei consumi del < tutto e subito>. I sistemi mediatici hanno compromesso e inquinato a tal punto, l'opinione pubblica da far passare l'idea che, chi non si adegua ai nuovi modelli, ne viene tagliato fuori. Così, ragazze avvenenti: veline, meteorine, passaparoline e ine di ogni genere sono passate alla riscossa. Dopo il fenomeno della parità tra i due sessi e la rivoluzione femminile che ha trasformato le donne prima in femministe sfegatate, poi in donne-virago che hanno in mano il pallino e possono farlo girare a loro piacimento, il sistema è degenerato a tal punto da giungere alla paralisi, al punto massimo della sregolatezza e dell'amoralità più basse e meschine. L'analisi introspettiva dentro al fenomeno abbraccia diverse angolazioni e non può essere definita in poche righe di commento, facilmente intuibile da una constatazione di fatto. Il potere delle donne si è fortemente consolidato...Altro che donne-vittime, altro che donne-oggetto, donne manipolate da uomini turpi...Niente di tutto questo! Attenzione, oggi le donne detengono il potere del loro corpo, ed hanno prerogative imperanti e di dominio sugli uomini. Con questo intendo dire che sono loro a gestire il sesso, loro a decidere se e quando mostrarsi "nude" e con CHI, (intendo con questo darsi, ma non a basso costo, che anzi la posta in gioco è sempre più alta...
Sono le donne di oggi ad avere capito la debolezza degli uomini e a gestirla nella maniera più opportunistica e selvaggia. Non possiamo poi lamentarci se il genere femminile viene collocato in modo brutale nella categoria più squallida che vi sia. Degradante lo è, infatti, vedere fanciulle bellocce tramutarsi in scaltrissime manager del loro corpo. Oggi la carne non si vende solo dal macellaio, vi è carne fresca, che si pone allo sbaraglio per denaro. Se cinquant'anni fa il mestiere più vecchio del mondo si faceva per sopravvivere, per portare a casa il gruzzolo che consentisse l'agiatezza in talune situazioni difficili, oggi ci si vende per conquistarsi il potere, e come potere intendo il potere matriarcale sul genere maschile. E' la rivendicazione dei ruoli. La donna non più sottomessa, esclusa dai privilegi di casta per troppo tempo, esce allo scoperto tentando via traverse per giungere a prerogative di comando. Ed è -esattamente- quello che sta attuando la manomissione invasiva sul dominio maschile, perpetrato per lungo tempo e sempre a discapito del femminile. Non vi sorge il dubbio che sia allora una rivendicazione, una contiguità quasi naturale, pur se perfida e corrotta di quel mestiere ineludibile che ha visto la donna sempre in prima linea a combattere il dominio maschile?

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